lunedì 28 agosto 2017

LEI - PO di Bianca Mannu

Nota informativa- Poesia iniziale di
FABELLAE -  silloge pubblicata nel 2006


LEI -PO
L'avevo in sospetto.
Mi lavorava dentro.
Mi sconvolgeva la routine
d'ape operaia.
Frequentarla è un lusso
- mi dicevo -
fuori della mia portata.
M' esigeva
complice e scaltra.
M'esortava
a praticare scomputi di tempo
che non credevo mio.
E io?
Io non tolleravo
i rimorsi di coscienza.
Vivevo-campavo così - attaccata alla mia zolla-
- senza peraltro avvertire sicurezza -
paurosa che ogni aria
di parola piena volesse
intrufolarsi nella mente
moltiplicando ingovernata
sensi ed accezioni
o
potesse dar vento
ai quesiti censurati
chiusi in cantina di decantazione.
Quando cedette la mia gleba,
fu proprio lei a sostenermi
perchè non franassi anch'io.
Ma non mi risparmiò
la vertigine del volo.
Ora son qua
a tentare i miei voletti
- con e senza rete -
E
invoco Lei per l'approvazione
che
in via provvisoria
talora mi concede.
Talaltra volta il prolungato
suo silenzio mi sgomenta.
Annaspo timorosa d'averla
- per sbaglio – chiusa fuori
- o peggio -
uccisa per strangolamento.
Cerco.
E la trovo allora
nella notte mia più fonda,
nella ferita mia
che geme come nuova.
La scorgo ancora là
- alta e lontana-
dove regna indiscussa
ostensa a cielo aperto.
Ma è come se

non la riconoscessi.


Dalla Prefazione di Valeria Pala
«Filosofia e poesia, accostate spesso con intento ironico in alcuni componimenti, sono entrambe forme gnoseologiche, ma la prima offre una rappresentazione perlustrante, neutra e socializzabile dell’uomo nella sua accezione minore, mentre la seconda, mettendo esplicitamente in discussione le false certezze del soggetto cartesiano e del soggetto epicureo modernamente intesi, si configura come senso assoluto, incomunicabile e alieno rispetto alla giurisdizione dell’umano. Proprio in virtù di questo la poesia, paradossalmente,è più atta a risarcire e a mitigare il dolore universale di fronte alla ferocia dell’esistenza… » 

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